imm
      sito di filosofia epistemica      

sito parallelo: www.metafisica-epistemica.eu_[...]

sintesi dei contenuti presenti nel sito_[...] sistema [struttura dell'episteme]_[...] proposizioni a carattere brachilogico_[...] elenco dati fase due [paragrafi]_[...]
elenco dati fase uno [attivi solo paragrafi]_[...] elenco dati fasi uno e due [schemi]_[...] elenco dati fasi uno e due [grafici]_[...] elenco dati fasi uno e due [grafici]_[...]

SINTESI DELLA PRIMA FASE DI COSTRUZIONE DEL SITO [APRILE 2006 - NOVEMBRE 2007]

tra l’aprile del 2006 e il novembre del 2007, e fino al novembre del 2008, si è costruito un sito internet in cui è stata esposta, in due fasi successive, una ipotesi di episteme. la concezione dell’episteme ipotizzata, inquadrantesi all'interno delle tre forme speculative della filosofia epistemica, della metafisica epistemica (dottrina dell'oggetto) e della teologia epistemica (dottrina del soggetto), include una esposizione in brevi paragrafi, illustrata dai grafici e modelli degli schemi sulla realtà soprannaturale e dalle dimostrazioni epistemiche dell’esistenza di Dio, intese come dimostrazioni dell’esistenza del soggetto necessario (Dio) all'interno del piano della necessità, e quindi funzionali alla descrizione dell’essere necessario.
questa ipotesi di episteme esprime le seguenti concezioni speculative:

1.] la distinzione tra Dio e il principio, identificato questo all’essere in sé, origine di tutta la realtà necessaria, tra cui Dio. Il principio come esistenza pura, determinando la propria esistenza, è il fondamento come auto-fondamento. La coerentizzazione logico-formale di tale condizione (fondante = fondato) determina, per il rispetto dei principii di identità e di non contraddizione, la strutturazione del principio nell'ente eterno (ovvero la proiezione in esso della differenza interna al fondamento, così esteriorizzata), il macro-ente dell'Intero che include Dio. Il divenire, inteso come auto-esistenzializzazione dell'esistenza (il venire all'esistenza dell'esistenza dall'esistenza), è quindi il fondamento dell'eterno. La protologia è la scienza del principio, l'ontologia è la scienza dell'Intero (ente eterno). La teologia è parte dell'ontologia come Dio è parte dell'Intero.
2.] il conseguente schema quadripartito, con la distinzione della realtà in mondo necessario, Dio (il soggetto necessario), mondo creato (la creazione) e uomo (la creatura). Viene descritta la struttura di Dio, nucleo dell’essere, e delle diverse ipostasi dell’esistenza (uno, diade, iperuranio, fonte, tecnica, caos, Dio, Trinità, Cristo, essere, mondo, cosmo, natura, eden, paradiso, stato, chiesa, ecc.).
3.] una dottrina del senso: Dio crea l’uomo per completare la propria natura, e si completa solo con l’uomo etico, cioè con l’uomo di buona volontà, che imita cioè le condizioni (sacrificali) di Dio e del processo creativo e salvifico.
4.] la dottrina del giudizio universale, riconducente il darwinismo al cristianesimo: la selezione naturale (soprannaturale) è operata da Dio tra le creature, per misurare (con le loro opere) il loro grado etico di "adattamento" al paradiso (Lc 9, 62).
5.] la dimostrazione dell'esistenza di Dio, condizione per la descrizione della realtà necessaria includente il soggetto. Le dimostrazioni sono dette "epistemiche" perchè fondate sull'episteme, cioè sullo schema quadripartito.
6.] l’attualizzazione integrale dei sistemi di filosofia storici, operata attraverso un opportuno dimensionamento degli oggetti della metafisica rispetto alle determinazioni quantitative della cosmologia contemporanea (contemplante infiniti universi), tra cui il platonismo, l’aristotelismo e la cosmologia aristotelica (epistemizzazione ottenuta con l'ipotesi di una cosmologia epistemica). Si formula una concezione integrale dell’hegelismo, inteso come costruzione neo-biografica dell’identità di Dio con la creatura umana, consentita dall’incarnazione cristica, che "assume" in Dio i “dati” della creazione.
7.] i fondamenti dell’etica, intesa come imitazione da parte dell'uomo della condizione sacrificale cristica attuale.
8.] la dottrina della religione, intesa come riconduzione del freudismo al cristianesimo, essendo il totemismo, associato al complesso di edipo, l’essenza del male, intesa come pulsione dell’uomo a sostituirsi al Creatore (vengono quindi analizzate le condizioni strutturali fondanti tale pulsione, anche espresse dalla "struttura originaria" di Severino). Alla dottrina della religione appartiene la descrizione del sacrificio cristico attuale e delle condizioni umane che lo devono imitare (ecclesiologia).
9.] la dottrina dello stato, inteso come proiezione terrena di una parte paradiso. Dalla descrizione dello stato si deriva la descrizione del paradiso, il quale, essendo “standard”, cioè necessario e univocamente determinato dal principio (un paradiso inteso come "casa tecnica" di Dio), consente di descrivere lo stato, cioè ciò che per essenza lo stato deve essere eticamente. Vengono quindi posti i fondamenti scientifici del comunismo, del totalitarismo (eticamente corretto) e della democrazia, istituzioni paradisiache che successivamente vengono proiettate dall'uomo in terra e nella storia.
10.] la dottrina della tecnica, intesa come struttura interna al paradiso, proiettata nella tecnologia e nell’economia terrene.
11.] la dottrina del diritto, la quale, dipendendo dall’etica e dal giudizio universale, deve essere concepita come determinazione delle condizioni ottimali perché l’uomo possa attuare il sacrificio su cui deve essere giudicato "adatto" al paradiso, condizioni che devono imitare quelle di Dio prima della creazione (cioè del suo sacrificio creatore), condizioni ovvero corrispondenti al benessere paradisiaco e quindi sociale.
12.] la dottrina della storia, storia che, seguendo lo schema utilizzato da Dante nella Divina Commedia, è stata concepita come contestuale discesa agli inferi e ascensione al Cielo, rappresentando la "storia del progresso" il percorso ascensionale dell'umanità nella storia, e la civiltà della tecnica il paradiso celeste così raggiunto.



NOTE:

1.] l'ipotesi di episteme, che è stata formulata, tenta di offrire negli schemi epistemici una rappresentazione di Dio e della realtà soprannaturale per quanto possibile “scientifica”, descrivendosi lo “standard”, cioè ciò che “normalmente”, ovvero necessariamente, deve esistere come determinato univocamente dal principio, il quale è l’essere semplice e astratto, il cui sviluppo (a-temporale) determina la realtà necessaria (l'ente eterno). In questa, il principio pone necessariamente Dio, il quale invece liberamente crea la creazione e l’uomo creaturale, secondo però i vincoli e le condizioni strutturali poste dalla necessità dell'essere: a causa di tali vincoli l'etica è necessaria condizione di salvezza.
2.] segue la spiegazione di alcuni paradigmi epistemici:

A.] mappa dell’essere: essa illustra un dimensionamento delle ipostasi della metafisica rispetto alle dimensioni del cosmo creato, e consente di evidenziare una possibile collocazione dell’uomo nel creato, e del creato rispetto a Dio e alla realtà necessaria.
B.] rivoluzione epistemica: essa deriva dal concetto tomistico di analogia. Poiché l’uomo è a somiglianza di Dio (Gn 1, 27), Dio è allora a somiglianza dell’uomo. Allo stesso modo, come il creato è a somiglianza del mondo necessario, così questo è a somiglianza del creato. Lo studio della creazione consente quindi di conoscere la realtà necessaria e Dio, e allo stesso modo, le condizioni necessarie (normali e standard) della realtà necessaria consentono di conoscere più perfettamente il creato, anche nei suoi aspetti e dimensioni all’uomo non apparenti. Una delle implicazioni di questo paradigma è l’applicazione del kantismo alla teologia: come il kantismo viene applicato all’uomo, così può essere applicato a Dio: nello schema quadripartito, il noumeno è la realtà esterna a Dio, e il fenomeno è la duplicazione di tale realtà internamente a Dio, riproduzione (determinata dal principio) che consente a Dio di conoscere il noumeno a lui esterno tramite il fenomeno a lui interno.
C.] matrice dei posizionamenti speculativi: questo paradigma viene inteso in due modi:

[1] in un suo significato esso nega la validità euristica del rasoio di Ockham, perché un sistema conoscitivo è completo e può avere anche concrete implicazioni pratiche, se risulta corretto in ogni sua parte, e quindi deve essere ben definito. Incrociando le diverse dimensioni della realtà (con la distinzione, ad esempio, del significato di questi termini, comunemente considerati sinonimi: creato, mondo, cosmo, universo, natura), la matrice distingue ad esempio: cosmo eterno (aristotelismo) e cosmo creato (tomismo); cosmo spirituale e cosmo materiale; cosmo trascendente e cosmo immanente; cosmo secondo la metafisica e cosmo secondo la fisica. Così è possibile distiguere il cosmo spirituale e materiale all’interno del cosmo eterno non creato (il cosmo per Dio), dal cosmo spirituale e materiale all’interno del cosmo creato (il cosmo per l’uomo creaturale). Questa distinzione, portando alla differenza tra cosmo infinito e cosmo finito (entrambe dimensioni del cosmo), e tra cosmo unitario e cosmo molteplice, conduce al superamento delle antinomie kantiane. La realtà è quindi ricca di dimensioni, che la matrice dei posizionamenti speculativi consente di distinguere e esplicare.
[2] nel suo secondo significato, la matrice relaziona i diversi sistemi di filosofia storici all'episteme, di cui essi costituiscono singolarmente le partizioni, e li colloca sulla mappa dell'essere, descrivendo essi specifiche ipostasi dell'esistenza. Ad esempio, il platonismo descrive il paradiso (iperuranio), mentre lo spinozismo esprime il livello dell'identificazione panteistica di Cristo al cosmo eterno, livello che costituisce una dimensione di Cristo (pantesimo epistemico) e che attualmente non riguarda il creato.

D.] principio logico_etico: secondo questo paradigma, l’etica è una variazione della logica, corrispondente ad una sua fase di sacrificio. La "logica" è lo stato della realtà passiva e inerziale del soggetto (Dio e uomo), e l’etica è il suo stato sacrificale, cioè lo sforzo in atto del soggetto (il lavoro). Il fondamento dell'etica sarebbe costituito per l'uomo dal fatto che Dio, per creare, sta lavorando (Gn 2, 2; nel Vangelo Gesù dice: "Il Padre mio opera sempre, e anche io opero ... Poi viene la notte, quando nessuno può più operare"), cioè sta "faticando", e l'uomo, partendo dal suo naturale stato passivo e inerziale, deve assimilarsi a tale condizione sacrificale di Dio per essere salvato, cioè deve a sua volta "faticare", ovvero far fruttare i propri talenti (Mt 25, 20). Due implicazioni di tale definizione del fondamento dell'etica sono le seguenti:

[1] posto che Dio è la logica che deve rimanere invariante (condizione di invarianza) rispetto alla sua etica (secondo il concetto teologico di “Dio immutabile”), tale condizione divina di invarianza è quella che richiede all’uomo (logica) di attuare il proprio sacrificio (etica) per essere salvato. L’uomo immorale viene da Dio condannato (Mt 25, 26), perché con il suo comportamento passivo richiede a Dio di mutare la propria natura rispetto alla sua invarianza, cioè chiede alla passività di Dio un sacrificio ulteriore da lui non dato. In questo caso l'invarianza di Dio è il suo stesso sacrificio, a cui l'uomo si assimila solo imitandolo.
[2] il creato sarebbe la compensazione esistenziale dell’etica di Dio (il suo “lavoro”: Gn 2, 2), cioè il principio (l'esistenza pura) avrebbe risposto alla variazione di stato sacrificale del Dio Creatore, producendo, per compensazione dello sforzo creatore di Dio, nuova esistenza, cioè la creazione. All’uomo, per essere salvato, è richiesto uno sforzo lavorativo corrispondente.

E.] principio di corrispondenza logica_etica: secondo questo paradigma, fondato sulla considerazione dell'esistenza di implicazioni morali in ogni sistema di pensiero, i diversi sistemi di pensiero, le ideologie e le opinioni (come il senso comune) (= logica) possono discostarsi tra loro e dall’episteme (dando luogo ad un errore), per le implicazioni morali di tali scostamenti (= etica), e corrispondentemente le implicazioni etiche del pensiero comportano le differenze tra i pensieri. Lo studio di tali divergenze può consentire di mettere in luce le loro implicazioni etiche e quindi anche il sostrato della coscienza implicato in esse, determinatosi storicamente nelle diverse epoche della storia.

3.] lo sfondo speculativo dell'episteme è costituito dallo strutturalismo epistemico. Le strutture dell'essere sono le ipostasi della realtà necessaria e del creato. Le strutture dell'esistenza non negano la libertà e la personalità del soggetto (Dio e l'uomo), ma ne costituiscono la base e il contenitore. Esse sono l'involucro protettivo della sua identità. La salvezza è il processo di costruzione dell'identità terrena della futura anima paradisiaca.


questi sono alcuni dei risultati speculativi ottenuti dalla ricerca epistemica:

1.] il superamento della filosofia scolastica, con la differenza tra Dio e il principio, il principio essendo l'essere in sè, l'esistenza semplice e astratta, e Dio la massima complessità.
2.] l’opportuno dimensionamento degli oggetti della metafisica. Viene così risolto il problema degli infiniti universi, associato alla periferizzazione e disorientamento dell’uomo nel cosmo, con la scomposizione infinita di Dio e con il corretto dimensionamento del rapporto tra cosmo eterno e cosmo creato.
3.] l’attualizzazione integrale di tutte le metafisiche storiche, compreso il sistema aristotelico.
4.] il senso della vita e il fondamento dell’etica: Dio seleziona l’uomo di buona volontà per completarsi con lui.
5.] il superamento della provocazione della tecnica con la previsione della tecnica eterna in paradiso, tecnica di Dio e per Dio.
6.] la soluzione del rapporto tra creazionismo e evoluzionismo, con la previsione di una evoluzione perfetta (di tipo a-temporale) per Dio e “pilotata” per l’uomo (secondo il paradigma del disegno intelligente), a causa del processo creativo.
7.] varie soluzioni del problema del male.
8.] varie dimostrazioni dell’esistenza di Dio, funzionali a dare un senso alla presupposizione di Dio come complemento necessario dell’uomo (può esserlo infatti solo se esiste), e quindi alla descrizione dell'essere necessario.

il tentativo di costruzione di ipotesi di episteme, che si è realizzato, può riassumersi nelle seguenti proposizioni:

1.] Dio è pagano.
2.] Dio non è tutta la necessità, ma è immerso nella necessità, intesa come struttura.
3.] questa struttura, che è la necessità, nella creazione impone a Dio il rispetto di determinati vincoli strutturali (il lavoro).
4.] questi vincoli impongono al Dio pagano di farsi "cristiano", limitatamente al processo della creazione e della salvezza.
5.] in questo senso, e solo in questo senso, pur essendo Dio pagano, l'uomo può essere salvato solo facendosi cristiano, cioè imitando le condizioni creative di Dio Creatore.
 
Nota

il concetto di paganesimo adottato dall’episteme non è quello storicamente affermatosi. Questo concetto esprime la “purezza” di Dio. Storicamente, a causa della natura peccaminosa dell’uomo, che non è semplicemente ereditata dal peccato originario (azione o atto), ma è impressa nella “struttura”, genetica, dell’uomo, l’inconscio dell’uomo è portato a codificare il concetto di “purezza” con il concetto di “perversione”, per cui normalmente “Dio pagano” significa “Dio perverso” (tale è correttamente il Dio della religione greca nella sua interpretazione cristiana). Epistemicamente, invece, per Dio pagano si intende “Dio puro” e “Dio greco”, dove la purezza di Dio è proibita all’uomo, secondo la sua natura peccaminosa. Quando si è parlato di “Dio pagano”, si è inteso il concetto epistemico di paganesimo, che non è quello storicamente dato. Esso può essere vissuto dall’uomo, nella dimensione terrena, solo all’interno dell’etica cattolica. L’etica epistemica è la sua razionalizzazione.