DIMOSTRAZIONE_82: B_TERZA, B_TIPICA
la presente dimostrazione è detta tipica, perché riproduce strettamente l’argomento bontadiniano.
si rileva che il divenire sempre appare, anche in paradiso, ma il divenire attuale è non_normale, e infatti è stordente [come dice Severino, meraviglioso = traumatico]. si rileva inoltre [come già diceva, incerto, Severino in una sua lezione: “ma il divenire non appare, non può apparire, neppure esso appare”], che il divenire non appare, perchè, quando, ad esempio, sposto il mouse, esso si sposta sia spazialmente sia temporalmente, e quindi non si sposta, perchè sta in ogni tempo nel suo spazio specifico, e questo significa che il mouse potrebbe essere un "iceberg", le cui punte emergono nell'orizzonte dell'apparire, e sono la sua configurazione dinamica: non una punta che si sposta, ma una continuità di punte, ognuna nel suo spazio_tempo. perciò il problema della contraddittorietà logica dell’esperienza fenomenologica [se c'è] [problema di Parmenide] non sta nella contraddizione dell'apparire, che non c'è, neppure a livello apparente, ma in quella della creazione dal nulla [cioè a livello esistenzale].
tuttavia si può certamente dire che l’uomo percepisce un divenire, un mutamento, anche solo in quanto lo dice/rileva/denuncia. già l’episteme ha una sua teoria, che si esporrà in uno schema:
 
1.] l’uomo e Dio sarebbero “larghi” fino ai confini dell’eternità, a_temporali e immobili, per l’anima, e il loro corpo sarebbe soggetto alla sensazione del divenire, perché questi confini [infinito e eterno “attuali”] si comprimerebbero relativisticamente …
 
apertura di macroparentesi [ciò significa che ogni unità, al suo interno, è come composta da dieci unità, e per attraversare la prima bisogna attendere il tempo dell’attraversamento delle seconde, che stanno al suo interno/l’errore degli scienziati che vedono la possibilità viaggio nel tempo nella relatività einsteiniana, ovvero il ritorno nel passato (suggestione demoniaca, di un demonio che vorrebbe poter uscire da dove si trova, e ritornare a prima della caduta) sta nel far comunicare le unità interne del dieci con l’unità ad esso esterna, che lo contiene, comunicazione impossibile, perché il dieci è contenuto nell’uno] chiusa macroparentesi
 
… emergendo all’interno dell’infinito e dell’eterno, e così esperendolo come estensione da percorrere;
2.] il divenire è quella differenza tra l’esterno e l’interno [contrazione del primo posta nel suo centro], che è insieme strutturalmente essere e non_essere, e quindi loro continua permutazione, per la continuità e coerenza dell’essere_primo [interno alla struttura originaria dell’essere: essere, nulla e divenire];
3.] infine: il “nuovo” del divenire avviene perché, dentro l’eternità e l’infinità contratte al proprio interno relativisticamente, emerge ciò che avviene ai confini: e cioè la continua auto_esistenzializzazione del principio [= esistenza in sé], immutabile in quanto esso è eterno [= struttura ipostatica del reale, esemplificata nella mappa dell’essere], ma esistente e apparente come in divenire, perché:
 
a.] appare nella dimensione contratta;
b.] e qui deve porsi la coerenza [identità] tra principio e principio, e tra quello esterno e interno, dove identità comporta differenza.
 
infine, si dice che tale contrazione è giustificata perché il principio è macro_puntiforme:
 
1.] ciò che esso determina, per l’auto_coerenza, parte da esso ed è ad esso “esterno”;
2.] ma, in quanto lo sviluppo esiste, e il principio è immutabile e totale, esso deve porsi comunque all’interno del principio [da tutto ciò (esternalità e internalità del principio, dovute alla differenza protologica, da cui proviene il molteplice) deriveranno la realtà macro e la realtà micro, e da qui, nella dimensione/ipostasi cosmica, l’universo e gli atomi].
 
La presente dimostrazione pone l’occasionalismo esistenziale, o creatore, perché, affinchè il divenire non ponga il non essere, Dio deve creare l’essere che restituisca continuità esistenziale e fenomenica all’apparire e alla sua esistenza. questo lo si è già detto nella dim_82. qui si aggiunge che tale occasionalismo creatore [e non già atto creatore unico, altrimenti la pre_destinazione sarebbe destinazione, il futuro sarebbe già dato e non esisterebbe più la libertà/si sono già date una spiegazione della libertà e una prima ipotesi di confutazione di Severino] dimostra l’esistenza di Dio, im quanto solo Dio lo può attuare, anche perché esso è condizione dell’apparire non_normale [scoperchiato] all’uomo terreno. Il vero divenire necessario [paradisiaco e normale per l’esistenza] sarebbe altro: esso sarebbe un divenire …
 
1.] non dell’essere/ente dal nulla e nel nulla …
2.] … ma dell’essere/ente dall’essere e nell’essere, e infatti …
 
a.] il divenire attuale testimonia la creazione dal nulla,
b.] il divenire futuro testimonia la provenienza di Dio dal principio.