DIMOSTRAZIONE_67: TOTEMICA

questa mattina [riferimento crono_storico: 13 gennaio 2007] si è avuta la seguente riflessione, capace di suscitare nel soggetto_espositore un’emozione di invidia verso Dio [e quindi appare giustificata l’azione di Lucifero, anche se irrazionale in ordine alla sua fattibilità/praticità: la creatura non può sostituirsi al Creatore per definizione, essendo differente il loro rapporto con il principio e la fonte, è allora evidente che Lucifero ha agito sulla base dalla struttura originaria di Severino, che vorrebbe confutare la possibilità di una creazione]:
 
1.] che cosa sta facendo il soggetto_espositore ? sta dimostrando l’esistenza di Dio;
2.] ma chi è e che cosa è Dio ? è un ente che per definizione è massimamente perfetto e felice;
3.] potrà partecipare il soggetto_espositore alla sua felicità ? forse sì, dipende dalle condizioni di salvezza e dalla loro situazione;
4.] ma potrà [ecco il problema] mai avere il soggetto_espositore la stessa felicità del Creatore, nella stessa identica misura ? la risposta è “no” per definizione;
5.] ed allora: io sto ponendo esistente un essere, della cui felicità io non potrò mai esperire, lui è il solo immensamente Felice, e mai io potrò esserlo come Lui. Lui solo è Dio e io, pur potendo in paradiso essere dio, super_uomo e anima_paradisiaca, massimamente felice secondo quanto mi pertiene, io non potrò mai essere Dio, a me estraneo in senso trinitario, il vero Dio, al suo posto o almento come Lui: Lui è Lui, e soltanto Lui è come se stesso.
 
tutto ciò ha scatenato nel soggetto_espositore una sensazione di invidia, ovvero il desiderio di poter essere come Dio e al posto di Dio, e la consapevolezza che egli, l’uomo, non è Dio. tutto ciò è fondamentale: perché, posta la dottrina centrale del male [quella della matrice originaria del male_[…]], si è così dimostrato non ciò che si pensava, e cioè che l’uomo vuole solo essere anticipatamente anima_paradisiaca [= “dio”], ma non di certo Dio [così si è detto finora]: ma [in base a tali pensieri]  proprio Dio, cioè io vorrei essere l’Immensità, l’Unico, il vero Dio, e da tutto ciò se ne trae di conseguenza un ulteriore dimostrazione: Dio  esiste, perché io vorrei essere Dio, e quindi so che un Dio deve esserci, perché il mio desiderio è talmente veritiero e sostitutivo [di Qualcosa e Qualcuno], che Dio non può non esistere, in quanto causa della mia invidia verso di Lui, invidia che quasi tocco [esperisco] con mano:
 
1.] il mio desiderio di essere Dio mi fa capire che Dio esiste;
2.] prima l’uomo voleva crescere, insieme a Dio, ora l’uomo vorrebbe [secondo il male, perché mai potrà] essere lui il vero Dio, centro eterno della necessità.