DICIANNOVESIMA DIMOSTRAZIONE: NIETZSCHIANA
 [MISTICA_PRIMA/il Creatore ha creato la creatura, la creatura deve creare il Creatore]

giustificazione

il nichilismo non è solo una falsa dottrina. Esso è uno stato fisiologico della mente: la mente si rappresenta il nulla [e il nulla dopo la morte], e la mente non riesce a uscire dalla trappola del nulla. Per questo si è detto che la fede deve essere uno sforzo di volontà e di pensiero, e poichè il nulla esercita una pressione sulla mente, questo sforzo deve essere forte, e si costituisce come un atto di potenza: l'atto di fede come atto di volontà di potenza, che vince il nulla ovvero il potere del nulla sulla mente e sul suo pensiero. tale definizione non contraddice l'umiltà cristiana, vuole sottolineare che avere fede significa scegliere un determinato modo di vita, e questo è il più coraggioso.

premessa 
il sito si rivolge a chi crede in Dio ed è soggetto classificabile come cattolico-praticante, ma soprattutto a chi non crede e a coloro che credono in una religione non cristiana. Un’analisi di campo rileverebbe come il campo schematico del genere umano [descritto dalla steleologia] sia così costituito [analisi statistiche di “massima”/dati imprecisi/ricerca di precisione definita qui come non necessaria]:
 
1.] popolazione terrestre: 7 miliardi [7.000.000.000] [analisi anticipatrice];
2.] soggetti di professione cattolica: 1 miliardo [1.000.000.000];
3.] soggetti definiti come cattolici-praticanti: 25% di 1 miliardo: 250.000.000;
4.] tendenza delle giovani generazioni: di abbandono della pratica religiosa e della fede “corretta” [quindi il dato 250.000.000 ha previsione di correzione in senso diminutivo];
5.] soggetti cattolici praticanti perfettamente allineati con l’etica-cattolica magisteriale-ecclesiale: 100.000.000/150.000.000 [gli altri possono essere in disaccordo, ad esempio, sul problema dell’aborto, del divorzio, dell’etica-sessuale, ecc./su altra variabili etiche].
 
precisazione
 
la ricerca epistemica conferma l’etica-cattolica del magistero-ecclesiale in senso tradizionalista [il soggetto-espositore è di classificazione cattolico-praticante tradizionalista e conservatore]/la ricerca-epistemica ritiene che la chiesa [utilizzo di metafora-retorica] “deve dire quello che dice” [e nel modo in cui lo dice]/lo stato non propone un’etica [l’etica dello stato è l'etica-epistemica] che sia concorrente/in competizione con l’etica-cattolica/solo, la ricerca-epistemica ritiene che Dio “sospenda”, in determinate circostanze, la considerazione più rigida/rigorosa dell’etica-cattolica/lo stato si assume la responsabilità di proporre un input-etico di accettabilità generale compatibile con tutto il genere umano [tale input può essere definita come l’etica-globale o universale proposta dal teologo Hans Kung, ma di definizione epistemica, ovvero consapevole di se stessa in termini di “sospensione temporanea” dell’etica-cattolica – per il tempo di molto precedente la seconda venuta di Cristo -, e non di sua sostituzione/è confermata e epistemicamente fondata l’etica-cattolica, in senso dogmatico e tradizionale/ma proprio tale fondazione mette in evidenza la necessità di una “sospensione”].
 
… continua
 
… l’episteme si rivolge principalmente ai soggetti non cattolici/pur non modificando la verità e la verità dell’etica-cattolica [altrimenti cadrebbe nel nichilismo], l’episteme non può semplicemente riproporre, sia pure in termini speculativi [ma qui si pone un dubbio], quel magistero-ecclesiale che tali soggetti non riconoscono, né lo riconoscerebbero anche se espresso in termini speculativi/dimostrativi [il dubbio si scioglie], perché l’etica offusca la logica [il peccato offusca la ragione] secondo il principio di corrispondenza logica-etica: le esigenze etiche del magistero-ecclesiale producono rifiuto e rigidità verso il suo apparato logico-dogmatico-speculativo. Un cattolico-non-praticante non percepisce il senso e la necessità [razionale] dell’etica-cattolica e della funzione sosteriologica della gerarchia ecclesiale e dell’apparato-procedurale liturgico-sacramentale [tecnica di salvezza].
Riguardo ai giovani [termine di riferimento privilegiato dell’episteme], la ricerca epistemica li classifica in due ordini di categorie:
 
1.] adolescenti [15-19 anni], particolarmente sensibili a messaggi “forti” e completamente disinibiti in senso morale-sessuale/attentissimi ai temi veritativo-speculativi;
2.] tardo-adolescenti [20-25/28 anni], soggetti plasmabili ma a maggiore “rigidità” schematica [in quanto a personalità già formata], sensibili più a progetti che a temi speculativi.
 
sulla base della propria esperienza auto-biografica, il soggetto-espositore-presente, svolgente la ricerca-epistemica-attuale, può pronunciare le seguenti proposizioni a contenuto di analisi sociologica [funzioni di compatibilità e presupposti di innesto sociale dell’episteme]:
 
1.] i giovani ricercano il piacere [anche per difesa];
2.] i giovani, se ben motivati, possono rinunciare [in parte o totalmente] alla ricerca del piacere;
3.] i giovani ricercano il senso e riferimenti [coordinate di senso e di valore, definite come “autentiche”, cioè ben fondate];
4.] non sono i giovani che devono adeguarsi all’etica [specie a quella sessuale], che essi tendenzialmente rifiutano, allontanandosi dalla chiesa [attenzione: rilevazione di possibile errore: se vengono dati riferimenti, sarebbe possibile un/il ri-orientamento-etico/ciò è vero, ma per questo l’etica-epistemica è “progressiva”, in un’intera vita e nei millenni futuri], ma è l’etica che deve calarsi sulle esigenze educative, pulsionali e psicoterapeutiche dei giovani [in crisi, in ricerca, disorientati, e che vivono la sessualità anche come meccanismo di difesa dall’alienazione nichilistica dovuta a s-programmazione schematica, conseguenza dello svuotamento mediale-culturale/ sovraesposizione a stimoli mentali e difesa dell’identità, con dinamiche di solitudine/subite o di gruppo/ricercate];
5.] essenzialmente, i giovani sono oggi strutture-personali a forte esigenza-identitaria, fondamentalmente aperti alla verità-in-senso-forte: se la verità non viene presentata ad essi in-senso-forte, l’inconscio lo riconosce e il giovane rifiuta la proposta-identitaria] [il cristianesimo è la verità, ma la fede non riesce ancora ad auto-spiegarsi/giustificarsi razionalmente].
 
rivolgendosi a questi giovani … [sospende]
 
precisazione
 
[essi, con le loro esigenze e pulsioni, hanno “ammaestrato” la ricerca-epistemica, e così Dio che, pur prevedendo l’uomo, “impara” dall’uomo e “cammina” con l’uomo e con le giovani coppie sposate, che hanno fondamentali esigenze di piacere. L’episteme, che di esse si rende speculativamente responsabile, pianifica e proietta l’uomo nel futuro, e quindi non può “temere” le esigenze dei giovani e delle coppie sposate disinibite, ma piuttosto “apprende” da esse, e “concorda” con Dio uno standard-morale, a Lui accettabile, di comportamento valido per i millenni futuri: proporre al genere umano la “castità perfetta” predicata dal magistero-ecclesiale significa proporre, per questa larga parte del genere umano, una reale condizione di “scontentezza”/Dio vuole gioire della gioia dei giovani, e quindi non li vuole (si ritiene) “castizzare” forzatamente - nelle precedenti proposizioni si diceva che Dio, se vuole salvare e santificare l’uomo, deve accettare il suo stato e le sue condizioni, anzi anticiparlo, valorizzarlo e promuoverlo] [fine precisazione]
 
[riprende] …, ai cristiani in ricerca, agli atei/scettici/agnostici e ai credenti in altre religioni, l’episteme cerca di presentare il messaggio cristiano come la scelta di vita ispirata dall’assoluto/Assoluto e convergente ad esso/Esso [l’episteme, che apprende dai giovani (maestri di vita e di sofferenza), non ha paura dei giovani]. Sotto tali condizioni [a carattere sociologico-esistenzialistico], si ripresenta, corretta, la diciannovesima dimostrazione.
 
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dimostrazione

questa dimostrazione è già inclusa nelle dimostrazioni settima, diciasettesima e diciottesima, tuttavia è necessario esplicitarne e distinguerne il contenuto, date le sue implicazioni e potenzialità euristiche. Essa recita così: …
 
… Dio esiste perché, indipendentemente da qualunque ipotesi contraria o inerzia del penisero [disattivazione schematica – nichilismo - e prospettazione del nulla dopo la morte], l’uomo impone a se stesso l’idea che Dio esista, e lo fa tramite l’atto-di-fede, inteso come [utilizzo di linguaggio retorico-letterario] l’“estremo atto della volontà di potenza”: l’uomo sceglie/decide che Dio esiste; l’esistenza di Dio è il contenuto dell’atto della volontà “razionale” [e quindi dimostrativa] dell’uomo. La razionalità, che costituisce/supporta tale volontà come “dimostrazione”, sta nel fatto che l’uomo, tramite l’esistenza di Dio [e soltanto tramite essa], dà senso all’esistenza, e lo dà ad essa in modo pieno [condizione della pienezza-di-senso]: tramite la fede in Dio, l’uomo impone all’esistenza un senso, che è “il Senso”, ovvero il senso-assoluto-supremo, “creandolo” [come vuole Nietzsche]: il senso dell’Assoluto [Dio e uomo] e dell’infinito super-potenziamento della propria esistenza vitale [tramite Dio], attuale-presente [= terrena] e futura [= paradisiaca]. “Super”: perché, tramite l’atto-di-fede l’uomo diventa il super-uomo, in quanto quella volontà, che im-pone a se stessi e all’esistenza l’esistenza di Dio, è la forma suprema della volontà di potenza.
 
spiegazione
 
1]]]_]]_] si deve chiarire che l’uomo, che sceglie razionalmente di credere nell’esistenza di Dio, per dare all’esistenza-vitale senso e pienezza di senso, non può di certo credere a un “qualunque Dio”: la scelta di porre l’esistenza di Dio può avvenire se questo Dio è non solo desiderabile, ma anche l’ente/Ente desiderato per-essenza [perché tramite esso si può desiderare veramente se stessi: si ribadisce che il fine ultimo dell’uomo non è Dio, ma la congiunzione di se stesso con se stesso in paradiso, altrimenti il fine è un “altro/Altro”, ovvero un non-io/non-Io, e ci si alienerebbe in esso] [termine retorico di associazione poetica: “Accadde ad uno di alzare il velo della dea di Sais. Ma cosa vide ? Egli vide – meraviglie delle meraviglie – se stesso” (Novalis, I discepoli di Sais, tratto da Abbagnano/Fornero, storia della filosofia per i licei, 1992)] [in paradiso l’uomo si unisce con se stesso: in una prossima pagina, si espone la dottrina del senso, fulcro dell’episteme(già largamente anticipata].
La differenza tra questa dimostrazione e quella diciasettesima/vignana è che quest’ultima usa il desiderio per dirigere il pensiero speculativo, descrivente e dimostrativo, invece la presente dimostrazione dirige la volontà esistenzializzante [simile ad un atto creatore: io quasi “creo” a me stesso l’esistenza di Dio], e pone l’esistenza di Dio non come derivante dal principio dell’esistenza-sostanza [una derivazione guidata, in assenza del metodo-deduttivo dello sviluppo, dal desiderio speculativamente agente: dimostrazione diciasettesima], ma in funzione del suo corrispondere al senso dell’esistenza-vita.
Questa definizione di Dio lo porrà come il Dio delle tre religioni monoteistiche [ciò va giustificato: funzionalità delle sudette religioni alla compensazione/ricolmo della pienezza di senso]. Si scelgono le tre religioni storiche, anche solo perché esse sono compatibili con il ragionamento greco-epistemico [incluso Epicuro: Cristo, nelle sue due nature, è apollo e dioniso], il quale passa dal senso religioso al senso speculativo. Si è detto che il “senso” è conoscibile solo in paradiso [dottrina del senso]: le tre religioni sono quindi quelle vie di salvezze, che portano gli uomini in paradiso, allo scopo di garantire loro l’accesso al senso-personale [dottrina del senso].
Dio non può quindi essere definito in un modo qualunque, ma necessarimante come un/l’ente/Ente che riempie di senso l’esistenza umana.
 
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2.]]]_]]_] si definisce il cristiano come il super-uomo. Il super-uomo cristiano è l’unico auto-concetto vero-concettuale del super-uomo, “rubato” da Nietzsche/non si dà qui una “declinazione cristiana” del concetto di Nietzsche, ma [alla luce della rivoluzione epistemica, descritta nella serie dei dati in memoria] l’unica declinazione legittima, schematicamente “anticipata” da Nietzsche in modo nichilistico.
La ricerca-epistemica ha dovuto [in base al principio della verità del desiderio] fondare il principio del peccato come [possibile/eventuale] via di salvezza dell’uomo [il peccato di Adamo fu strutturalmente necessario come funzionale alla salvezza, pur essendo/rimanendo negativo/Cosmo-Adamo e Cosmo-Eva] [non qualunque peccato] [si precisa: il magistero-ecclesiale dice che una coppia di giovani, che rinuncia al sesso, rende “contento” Dio; la ricerca-epistemica comprende che questi giovani possano essere “contenti” anche solo perchè Dio è “contento”, ma essa dubita che Dio sia “contento” per il fatto che quella coppia, rinunciando al piacere, rinuncia di fatto ad un momento-di-gioia/si conferma il magistero-ecclesiale tradizionalista/se l’uomo pecca Dio soffre (di ciò l’episteme non dubita), ma a volte chi soffre può anche, nel contempo, gioire: tolleranza del peccato]. I principii etici sono di definizione cattolica in senso tradizionalista e immutabile/eterna, ma Dio salva e condanna anche indipendentemente dai principii [ad esempio, Dio ordina ad Abramo di sacrificare la vita di suo figlio Isacco, contraddicendo l’etica-naturale] e, nelle attuali coordinate storico-sociali, più sopra descritte, questo Dio [si ritiene] vuole e benedice il peccato degli uomini [non qualunque peccato: nella scrittura di definizione sacra è detto chiaramente: l’unico peccato che Dio condanna è quello contro la verità-di-se-stessi (Mt 12, 31-32) e, più in generale, contro la verità].
La presente dimostrazione definisce tali assi del pensiero come dimostrativamente funzionali, proprio perché solo dalla concezione di un tale Dio si può [si ritiene] prospettare Dio come funzionale alla pienezza di senso/Senso.
 
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3.]]]_]]_] il super-uomo è o deve/dovrebbe essere l’uomo, ogni uomo, forse per essere felice, in ogni caso per essere salvo e santo. In fase di definizione provvisoria del super-uomo si formulano le seguenti ipotesi:
 
a.] il super-uomo considera Dio non come “diminuzione” dell’uomo [come sostiene l’ateismo, ad esempio di Feuerbach], ma come suo potenziamento e super-potenziamento [in paradiso l’uomo può dire a una galassia: “spostati”, e la galassia si sposta, perché Dio, obbedendo strutturalmente al comando dell’uomo, sposta la galassia (ma si ritiene che, date le proporzioni di un anima-paradisiaca, essa stessa possa muovere direttamente una galassia) (in paradiso l’uomo è “creatore”, come vuole Nietzsche, nell’interpretazione di Severino)];
b.] il super-uomo vince il sentimento del nulla, riempiendolo di essere, e dell’Essere che è Dio;
c.] il super-uomo non è colui che, credendo in Dio, rinuncia al piacere, ma è colui che [nell’attuale condizione storico-sociale], proprio credendo in Dio massimizza il piacere [perché proietta i suoi desideri in paradiso];
d.] il super-uomo è colui che, confermandosi epistemicamente la piena e perfetta [cattolica] distinzione tra il bene e il male, non dice solo “no” al peccato, ma anche [responsabilmente] dice sì alla vita e al peccato [nell’attuale fase storica lontana dal ritorno di Cristo/non a “ogni” peccato];
e.] il super-uomo è colui che lotta contro Dio e lo vince [come dice la scrittura di definizione sacra: “hai lottato contro Dio e hai vinto”: Gn 32, 29]/il super-uomo non ha quindi paura del mondo e della storia, perché, se è possibile lottare e vincere contro Dio, a maggior ragione contro il mondo [proposizione di contrasto al pessimismo delle più giovani generazioni/proposizioni scritte in base a una sufficiente considerazione delle difficoltà del tempo attuale, di ordine sociale, politico, economico e religioso];  
f.] il super-uomo sceglie di credere in Dio e nella Chiesa [e nelle altre due religioni storiche] perché in questo modo egli crea e produce i valori più perfetti della vita, ovvero l’amore, il sacrificio e il piacere [i valori dell’episteme sono i valori di definizione “genuina” e “onesta”, cioè i valori “classici” in senso cristiano/si constata l’attuale rivalutazione del piacere da parte del magistero-ecclesiale: enciclica "Deus carits est"]. Pertanto, il super-uomo non rifiuta il dolore della vita ma lo affronta e lo “positivizza” nella crescita-umana [uomo forgiato dalla vita].
 
nota
 
La presente dimostrazione si lega alla dottrina del senso, di prossima definizione.