DIMOSTRAZIONE_182: SEVERINIANA_TERZA, SCISSIONALE_QUINTA
 
all’interno dei limiti posti dalla metafisica_epistemica, ovvero garantita la validità del portato della fede_cristiana, i cui dogmi sono spiegati razionalmente dalla teologia_epistemica, [a tali condizioni dunque …] è corretto il neo_parmenidismo, per cui “tutto è eterno”, quindi il soggetto è eterno, per cui dio esiste, essendo dio il soggetto eterno e necessario.
 
critica
 
è evidente il limite di tale dimostrazione: severino intende che è eterno non qualunque soggetto, ma l’uomo, e nell’ipotesi di considerare eterni sia gli uomini che dio, egli direbbe che si ha esperienza dell’uomo, mentre dio apparirebbe come un soggetto “privilegiato”. d’altra parte si è detto che la tesi neo_parmenidea [“tutto è eterno”] viene accolta qui entro i limiti della metafisica_epistemica, per la quale l’uomo non è eterno [perché è una forma corruttibile, e secondo la razionalità epistemica ciò che è eterno, esistendo secondo la sua funzionalità allo sviluppo del principio, deve avere anche una forma eterna/ad esempio: poiché l’uomo può inciampare o ammalarsi, l’uomo non è eterno/in tale considerazione consiste anche la critica epistemica al superamento aristotelico del platonismo: aristotele non può considerare “normale” (naturale) la corruzione dei corpi nel mondo, perché proprio essa dimostra che la forma perfetta deve trovarsi platonicamente nell’al di là/poi, rispetto alla teologia cristiana classica, l’episteme reintroduce lo schema quadripartito, e così il mondo, nell’al di là, è proprio il cosmo eterno aristotelico, terrestre e celeste/nell’ambito della metafisica_epistemica, la corruzione, rispetto all’essere_necessario non creato, è non_normale/la corruzione appartiene solo a una piccola parte della stessa creazione]. per questo motivo, se tutto è eterno e, quindi, anche il soggetto è eterno, l’uomo invece è contingente, cioè non è eterno. ecco quindi che la dimostrazione è scissionale: essa parte dall’uomo, vi ricava l’esistenza del soggetto, ma spezza il soggetto in soggetto non eterno [l’uomo] e in soggetto eterno [poiché “tutto (ad esclusione del creato) è eterno”], e questo soggetto eterno è dio. è evidente che tale dimostrazione si collega all’argomento di cui alla dim_178.