DIMOSTRAZIONE_175: GNOSEOLOGICA_FONDAMENTALE, GNOSEOLOGICA_TERZA
 
la teoria della conoscenza in kant è coerente con il criticismo: questo pone limiti alla conoscenza metafisica, anche solo perché la conoscenza in kant funziona con la lettura categoriale del dato, e questo è solo quello empirico. invece l’episteme ha potuto costruire e delineare una metafisica dell’Intero, perché il dato è nella gnoseologia_epistemica anche l’Intero stesso, come oggetto che si riproduce nel soggetto: non semplicemente che entra nel soggetto [conoscenza come introiezione], ma si riproduce in esso [conoscenza come rispecchiamento], per cui dio è idea nell’uomo come riproduzione dell’esistenza di dio nell’oggetto, oggetto che, con dio, si riproduce dentro l’uomo, la sua mente e il suo apparato categoriale. in questo, presupposta la gnoseologia_ epistemica [a sua volta determinata dalla metafisica_epistemica], l’idea di dio è prova della realtà di dio [come si è detto a proposito dei sistemi paralleli, cioè delle corrispondenze biunivoche tra realtà, pensiero (idea), linguaggio (nome) e percezione, dove non è la percezione (a cui dio non appare attualmente) che restringe il pensiero e il linguaggio, per cui l’idea e il nome di dio è per una realtà fantasiosa, ma è invece la dialettica tra pensiero e linguaggio che nell’uomo restringe la percezione, per cui dio semplicemente attualmente non appare, ma esiste]. il dato kantiano nell’episteme ha la funzione di attivare la corrispondente porzione schematica, riproduzione nella mente di quella realtà, da cui parte il dato: per dio, questo dato [nell’uomo, attualmente, per il quale non vale, ora, nella dimensione_terrena, la definizione standard della conoscenza normale, la quale è solo quella paradisiaca] è l’idea stessa e il nome di dio, interiori, che si attivano per vari motivi: introspezione speculativa, rivelazione divina, deduzione schematica, e soprattutto auto_intuzione razionale del pensiero, che legge se stesso e si proietta esternamente nelle rappresentazioni artistiche o scientifiche di dio. dopo tale proiezione, dio agisce dall’esterno, come il dato di dio non apparente. esso è prodotto dall’uomo, ma è rivelativo del fatto che dio è come idea e nome inciso nella mente dell’uomo, e poiché questa riproduce la realtà, anche se dio, come dato, non appare ora [perché la dimensione_terrena non è il luogo naturale dell’apparire di dio, il quale è solo il paradiso], dio esiste nella realtà, che si riproduce appunto nella mente, nell’idea di dio e nel nome di dio.