DIMOSTRAZIONE_161: STANDARD_CONOSCITIVA
 
come si è anticipato nella dimostrazione dim_160, in base alle determinazioni della metafisica_epistemica, della gnoseologia_epistemica, e del principio_antripico, così come espresso nella dim_1 e applicato al rapporto tra realtà e soggetto_normale [= soggetto_necessario = dio], al soggetto_normale la realtà [necessaria] dovrebbe normalmente apparire nella sua totalità, quindi dio esiste, essendo dio il soggetto a cui normalmente la totalità appare [e appare in modo necessario (modo della conoscenza), come realtà_necessaria (contenuto della conoscenza)]. in altri termini, non solo l’uomo non è dio perché l’uomo conosce imperfettamente e limitatamente, ma, posta la realtà e, nell’uomo, posto il soggetto, deve normalmente accadere che appaia al soggetto la realtà_necessaria nella sua totalità, e il soggetto_pensiero deve conoscerla in modo perfetto, necessario e totale [come già si è detto nella dim_1, sottolineandosi qui che deve al soggetto apparireil tutto/intero/totalità, e dio è il soggetto che conosce in modo perfetto e totale]. il concetto che qui si vuole esprimere [alla base di ogni dimostrazione sta una intuizione_epistemica] è il seguente: per il solo fatto di esistere, l’uomo dovrebbe normalmente conoscere la totalità, perché [in base a precedenti principii espressi] la forma normale della conoscenza [l’unica ammessa inerzialmente dal principio] è quella di essere conoscenza perfetta e totale, di tutta la realtà, e poiché ciò non si realizza nell’uomo, deve realizzarsi in un altro soggetto/pensiero, cioè in dio. questa dimostrazione prescinde dalla considerazione secondo cui dio esiste come pensiero totale, solo se un tale pensiero esiste realmente, perché, se esiste uno “specchio” [= mente] nella realtà [e nell’uomo esso esiste], la realtà impone normalmente che questo specchio/mente la rispecchi/la rifletta nella sua interezza, per cui esso deve essere immenso, e deve allora essere la mente/pensiero di dio.