DIMOSTRAZIONE_160: STANDARD_NORMALE_FONDAMENTALE
questa dimostrazione presenta un argomento già dato, ma lo riformula con maggiore efficacia.
 
prima parte della dimostrazione
 
l’episteme delinea una realtà_necessaria, al cui centro sta dio, di tipo inerziale: in essa , determinata dal principio, non è inerzialmente ammessa l’esistenza di realtà che non siano geometricamente “distese” secondo una logica formalmente e sostanzialmente, razionalmente chiusa e perfetta [retoricamente si può parlare di realtà “tirante” e “tesa”: tutto è disteso come una corda tesa, e non è ammessa l’esistenza di realtà “strane”, se non all’interno del caos].
Camminando per la strada, si incontrano invece molte realtà “strane”, cioè non “tese”/non “tirate”:
 
gruppo_A.]1.] le opere degli uomini [che per quanto siano perfette, perchè funzionalmente ordinate, esse sono sempre non necessarie: pongo una casa in un luogo, e avrei potuto porla alcuni metri più oltre];
2.] i grumi di polvere;
3.] le foglie distese per terra;
4.] i miliardi di sassi della strada asfaltata;
5.] l’erba, le foglie, gli alberi, il vento e le nuvole;
6.] la disposizione casuale degli atomi, delle montagne, delle stelle e delle galassie;
7.] ecc.
 
cioè:
 
B.]1.] nell’episteme esiste solo strettamente ciò che il principio ammette all’esistenza, perché funzionale al suo dispiegamento [razionale, essenziale, chiuso];
2.] ciò che si è detto nel precedente elenco [gruppo di proposizioni_A.]] non è funzionale all’inerzia [esistenzializzante e disposizionale] del dispiegamento del principio, perché è realtà funzionalmente disconnessa dalla necessità dell’essere_necessario [tutto ciò che appare all’uomo non appare necessario];
3.] ad esempio, il principio non ammetterebbe mai , da solo, l’esistenza di una galassia [quella apparente all’uomo, e si dirà: “creata”], perché essa/la sua disposizione, essendo disposta a caso nell’universo, palesa la sua non necessità, esistenziale perché funzionale [nel senso che le galassie apparenti non servono al dispiegamento del principio]. 
 
si deve quindi dire che è stata ricavata nella realtà_necessaria una “bolla”, come spazio che consente a ciò che appare [le galassie, l’universo e gli infiniti universi concepiti dall’astronomia] di esistere rispetto alle strutture “tirate” e “tese” della realtà_necessaria, che per se stessa non ne ammetterebbe l’esistenza.
a questo punto ci sono due ipotesi [già più volte analizzate]:
 
C.]1.] ciò che appare o è una causazione interna al caos, unico luogo in cui è ammessa l’esistenza di realtà non necessarie;
2.]oppure la bolla [proteggente dall’inerzia_esistenziale] che contiene ciò che appare è ricavata all’interno del dolore di dio, da lui provato come sforzo creatore.
 
l’ipotesi di cui al punto 1.] del gruppo di proposizioni C.] è ipotesi da scartare, perché la causazione casuale interna al caos è interamente casuale [oltre che anch’essa inerziale], mentre ciò che appare è anche ordinato [e sospeso]. rimane quindi solo l’ipotesi di cui al punto 2.] dello stesso elenco, quindi dio esiste.
 
seconda parte della dimostrazione
 
in realtà anche dio conosce un cosmo con disposizione casuale e fantasiosa di galassie, perché le galassie e le nebulose, con le loro luci meravigliose, appaiono come un auto_concetto necessario proprio in quanto disposte in modo casuale. occorre quindi dimostrare che tale cosmo casuale, apparente all’uomo, non è il cosmo casuale di dio. esistono quindi, secondo quanto si è detto, due cosmi [quattro in tutto: due coppie di cosmi]:
 
D.]1.] il cosmo ordinato, in cui ogni suo elemento non è disposto a caso;
2.] il cosmo casuale, con una disposizione casuale dei suoi elementi [galassie, stelle, pianeti, atomi].
 
vale la considerazione conclusiva della presente dimostrazione, secondo cui, standard_normalmente, all’uomo [al soggetto, al quale la realtà, tutta la realtà, deve normalmente apparire/si rileva qui ulteriore dimostrazione], esistendo entrambi i cosmi [e, per la metafisica_epistemica, essendo il cosmo in funzione della vita, che lo conosce], dovrebbero apparire entrambi, e poiché il cosmo ordinato non appare all’uomo, ecco che …
 
E.]1.] esistono il cosmo_ordinato e il cosmo_casuale per dio [prima coppia di cosmi, necessari/non creati], a cui attualmente entrambi appaiono;
2.] esistono anche per l’uomo il cosmo_ordinato e il cosmo_casuale [seconda coppia di cosmi, creati], e poiché all’uomo appare solo quest’ultimo, ecco che non è l’uomo il soggetto a cui la  realtà normalmente appare [ordinata e casuale insieme], essendo questo soggetto dio/dio quindi esistendo [dimostrazione dell’esistenza di dio: dio è il soggetto a cui la realtà_normale, che è quella necessaria, appare].