DIMOSTRAZIONE_149: VITRUVIANA, VIRTUALE, TECNOLOGICA_SECONDA [relativa alla tecnologia_virtuale per la quale l’uomo apparente è esplosione vitruviana dell’androsfera suodale] [dimostrazione tratta dalla serie delle interpretazioni epistemiche delle rappresentazioni cinematografiche]
 
il fatto che l’uomo abbia esperienza solo della realtà virtuale [universo apparente] è prova dell’esistenza di dio: normalmente dovrebbe apparire anche la realtà_reale, in cui l’androsfera umana è rigidamente incastonata nella girosfera [come già si è detto in saggi epistemici del 1992, 1995 e 1996], “rigidamente” perché in paradiso l’uomo non deve “muoversi” [lo farà per conservazione dell’identità terrena, in cui l’uomo si muove], ma solo contemplare e godere, e ciò spiega la clausura_monastica, il cui “stare fermi” in preghiera e contemplazione nelle celle riproduce la condizione androsferica [di dio e delle anime_paradisiache] rigidamente incastonata. La condizione umana terena dimostra quindi l’esistenza di dio, perché la realtà reale all’uomo non appare, e quindi, poiché tutto l’universo apparente è virtuale, la realtà reale è enorme, e poiché essa non appare, esiste un Essere/volontà che ha “truccato” la dimensione apparente dell’uomo, limitando nell’uomo le sue dimensioni conoscitive [dimostrazioni delle rappresentazioni associate].