DIMOSTRAZIONE_136: DELLA RAPPRESENTAZIONE_QUINTA
la presenta dimostrazione:
 
1.] riprende argomenti precedenti;
2.] li chiarifica;
3.] li integra, incrementando la teoria.
 
la rappresentazione della realtà nella percezione [apparire], secondo la metafisica_epistemica e la condizione della standard_normalità dell’esistenza [per la quale non possono esistere configurazioni della realtà “strane”, se non nel loro luogo naturale, e si dirà che appunto la configurazione attuale dell’apparire (universo apparente all’uomo) è caratterizzata da stranezza/non_normalità], può essere solo di tre tipi [ipoteticamente]:
 
1.] totalmente passiva: perfetta e non manipolabile riproduzione della realtà;
2.] totalmente attiva: perfetta e totalmente manipolabile riproduzione della realtà [in questo caso la realtà è il caos plasmato: ad esempio, il fatto che esca acqua dal rubinetto è segno che l’universo e la creazione sono interfacciati alla caosfera creata] [è la realtà_virtuale: l’ambiente è totalmente artificiale perché costruito al computer, così sarà ad un livello del paradiso];
3.] mista [attiva e passiva insieme]: vedo gli atomi, li riproduco e mi muovo tra di essi [entro un una stanza, rigida, e sposto una sedia, non rigida, ma fatta di atomi, non di caos] [la rappresentazione mista è l’universo apparente].
 
si rileva ora quanto segue:
 
come già è stato detto, dio esiste perché l’uomo vede, nell’apparire, la rappresentazione divina del creato. infatti:
 
1.] le due rappresentazioni di cui ai punti 1.] e 2.] non appaiono [dim_132] [condizioni conoscitive evirate all’uomo: mancanza di complementarietà con la propria natura divina, ecc.], cioè l’uomo si trova in una condizione conoscitiva non normale [attenzione: ciò non significa presupporre troppe ipotesi metafisiche: poiché la conoscenza per l’episteme è specchio della realtà, come può la mia mente essere perfetto specchio di una penna che posso prendere in mano e spezzare ? (rappresentazione mista)/come posso perfettamente riprodurre nella mia mente le galassie se alcune non le vedo e le altre le vedo a intermittenza ? (dim_1): si presuppongono qui alcune determinazioni di cui alla successiva dim_137];
2.] si potrebbe pensare che …
 
a.] l’apparire all’uomo sia secondo il punto 3.];
b.] l’apparire all’uomo è riproduzione di realtà vista solo dall’uomo.
 
in realtà non è così, perché …
3.] dal punto di vista cosmologico [rivoluzione copernicana] la rappresentazione mista dovrebbe essere [standard_normalmente] centrata sull’uomo [essendo ogni rappresentazione del soggetto come per il soggetto, in quanto soggettiva e convergente al soggetto], quindi l’uomo è "gettato" sulla sua rappresentazione mista [tale è l’universo apparente], e questa allora non è solo sua, perché è non_normale per l’uomo [infatti l’esistenza pone normalmente il soggetto al centro di se stessa e della propria rappresentazione da parte dell’uomo]. ma poiché tale rappresentazione non è dell’uomo [se lo fosse sarebbe centrata sull’uomo], ecco risolto il punto b.]: può essere la rappresentazione dell’oggetto/creato, ma non solo da parte dell’uomo, ma anche da parte di dio.  
 
tutto ciò già rimanda alla successiva dim_137. ma ora si conclude dicendo che dio esiste perché l’uomo vede la sua rappresentazione, è immerso in dio [sono già stati risolti i problemi del panteismo e del pan_sichismo: si tratta della rappresentazione divina del creato, non dell’identificazione di dio con il creato].